“RESTITUIRE LA SCORTA AD INGROIA” , COSI’ SI E’ PRONUNCIATO IL COSIGLIO DI STATO NEI CONFRONTI DEL VIMINALE
di Francesco Bertelli
Il Consiglio di Stato, con l’ordinanza contestuale del 10 maggio 2019, ha in primo luogo ha deliberato nelle more della rivalutazione dei rischi cui è esposto l’ex pm , e oggi avvocato e Direttore di Giustizia Antonio Ingroia, deve essere ripristinato il servizio di scorta invitando il Viminale ad un “riesame” riguardo la decisione di un anno fa , in cui il suddetto servizio scorta era stato sospeso.
Così si legge testualmente:
“Considerato che la seconda attività istruttoria svolta dal Ministero in seguito alla sollecitazione dell’interessato, peraltro, ha mostrato che un rischio non possa ritenersi ad oggi del tutto escludo, se si considera, ad esempio, che la nota prefettizia della Procura di Roma ha rilevato che << non si posseggono iniquivoche proiezioni prognostiche neanche per escludere il compimento, in danno del professionista, di azioni ritorsive derivanti dalle matrici procedimentali tipiche delle formazioni criminali organizzate>>”.
I giudiciamministrativi, presieduti dall’ex Ministro degli Esteri Franco Frattini, hanno così sospeso il provvedimento del ministero degli Interno accogliendo in pieno il ricorso dell’ex pm, dopo un primo rifiuto del Tar del Lazio.
“La notizia, già diffusa da varie agenzie di stampa, […] mi ristituisce un po’ di fiducia nella Giustizia italiana che negli ultimi tempi andava sempre più incrinandosi”, così ha scritto sul suo profilo Facebook il Direttore di Giustizia e padre dell’inchiesta che ha portato al processo sulla Trattativa fra Stato e mafia Ingroia, poco dopo aver appreso il contenuto dell’Ordinanza del Consiglio di Stato. E ha concluso: “Un grazie sentito ai tanti amici, più o meno noti, che si sono battuti in favore del ripristino della mia scorta, con un pensiero speciale a chi aveva promosso anche una petizione online che aveva già raccolto svariate migliaria di firme. Che la decisione sia caduta dopo l’udienza del 9 maggio, giorno dell’anniversario del delitto di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia e dai depistaggi di Stato, mi consente di ricordare questo grande giovane coraggioso, ucciso dall’isolamento e dal sistema politico-mafioso che lo accerchiava.”
E adesso, al di là dei festeggiamenti per la buona notizia, occorre sia da parte dello Stato che di tutti noi cittadini, non perdere l’attenzione nei confronti di una persona che come si deduce dall’ordinanza del Consiglio di Stato, è considerata ancora a rischio.