MODIFICARE L’OBBLIGATORIETÀ DELL’AZIONE PENALE. ZITTI ZITTI CI RIPROVANO

di Francesco Bertelli

E’ accaduto tutto ad inizio aprile. Una sorta di ritorno ai vecchi tempi; stavolta però le due parti in gioco, anziché farsi la guerra a vicenda, hanno dimostrato di avere una bella sintonia. Si torna a parlare di giustizia e lo si fa con un ddl che è giunto in Senato, targato Forza Italia e nello specifico dal senatore Luigi Vitali. Leggendo le prime righe del testo ci sembra davvero che ad averlo scritto sia stato Silvio Berlusconi anziché Vitali.

“A causa delle devastanti conseguenze che un uso indebito, improprio o partigiano dell’iniziativa penale può avere sulla protezione dei diritti civili, nonché sulla salvaguardia dello status sociale, economico, familiare e politico dei cittadini”,recita la relazione al disegno di legge (ddl)costituzionale (all’esame della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama) che detta nuove“disposizioni per l’individuazione delle priorità di esercizio dell’azione penale”, occorre non solo “ridisegnare il ruolo del pubblico ministero”, ma anche “rivedere le caratteristiche del procedimento penale”.

Il Vitali insomma si dedica a riscrivere la Costituzione. Perché “la piena e irresponsabile indipendenza dei pubblici ministeri” ha finito per sfociare “in un uso dei loro amplissimi poteri discrezionali che si differenzia da caso a caso, in base a orientamenti, preferenze o ambizioni personali”. Ergo occorre “razionalizzare” e“coordinare l’attività del pubblico ministero, finora reso praticamente irresponsabile da una visione feticista dell’obbligatorietà dell’azione penale e dalla mancanza di efficaci controlli sulla sua attività”, afferma Vitali nella relazione al suo ddl. Nel quale si prevede che “ciascun procuratore generale di corte d’appello, sentiti i procuratori del rispettivo distretto, formula proposte motivate di priorità nell’esercizio dell’azione penale”.

I 5 Stelle hanno bocciato il ddl. E fin qui nulla di nuovo sotto il sole. Neppure la provenienza politica da cui è partita la proposta di legge. La proposta Vitali però ha suscitato interesse anche dall’altra sponda. Il Pd zingarettiano, tramite Zanda, si è detto “interessato” al ddl Vitali. Roba che un decennio fa avrebbe fatto salire sulle barricate tutta la stampa di sinistra. Oggi invece tutto passa in silenzio.

Il ddl costituzionale propone di accordare una corsia preferenziale ad alcuni reati di particolare allarme sociale. Quali? Lo stabilirà, anno per anno, il ministro della Giustizia. L’obiettivo è quello di “coordinare l’attività del pubblico ministero, finora reso praticamente irresponsabile da una visione feticista dell’obbligatorietà dell’azione penale e dalla mancanza di efficaci controlli sulla sua attività”, ha scritto Vitali nella relazione che accompagna il testo. Che Zanda, limatura più limatura meno, trova quantomeno “interessante” Che poi segnali in questo senso da parte del Pd si erano visti anche anni fa all’epoca di Veltroni con la protesta di B. in merito alla retromarcia della sinistra su una modifica incisiva sull’obbligo dell’azione penale.

Il forzista ha pure presentato un disegno di legge che assegna al governo il compito di mettere mano in fretta alle carriere dei giudici e dei pubblici ministeri prevedendo, tra l’altro, anche forme di reclutamento per posti di magistrato a tutti i livelli di giurisdizione riservati ad avvocati.

Ma se analizziamo bene questa proposta si capisce anche che quell’interesse, quella voglia di riformare la giustizia e l’azione della magistratura con annesso codice penale verso un orientamento più vicino al progetto “Rinascita” della P2 di Licio Gelli, nel mondo politico che conta, ha sempre suscitato interessi trasversali indifferentemente dalla destra e dalla sinistra. Inutile nasconderci dietro ad un dito. Quel Piano, ogni tanto ritorna in auge anche sottoforma di singole proposte normative, come ad esempio ddl costituzionali, oppure come riforma megagalattiche della giustizia o della Costituzione (Renzi ne sa qualcosa). Una volontà politica cronica che da più di 25 anni ogni tanto torna a farsi viva, come se il problema in Italia non fosse il sistema della giustizia nel suo complesso, dovuto a riforme criminogene da parte dei nostri legislatori presenti in Parlamento (con processi troppo lunghi, tempi di prescrizione troppo brevi, ecc) bensì l’eccesso di libertà dei pm e di certi magistrati in certe indagini “scottanti” che mirano in alto. La stessa storia di sempre: finchè la giustizia colpisce i poveri tutto bene, quando poi si va a toccare i potenti (vedi i piagnistei bipartisan continui per la carcerazione di Formigoni a seguito della riforma di buon senso targata M5S sull’inserimento del reato di corruzione tra quelli per cui non sono più previste pene alternative alla carcerazione) allora non va più bene signora mia.

Per ora sono solo ammiccamenti quelli del Pd, nessuna proposta alternativa dello stesso indirizzo di quella del ddl Vitali è giunto in Parlamento ma questo non significa che lorsignori non vogliano riprovarci. Perciò teniamo le orecchie ritte