Denunciamo una vergognosa aggressione mediatica contro il dott. Antonio Ingroia

di Attivisti Azione Civile
Gruppo “Scorta per Antonio Ingroia”
Redazione Giustizia

Il 20 aprile 2018 è stata emessa una sentenza storica per la vita della Repubblica Italiana, quella sulla trattativa Stato-Mafia ad inizio anni Novanta. Una sentenza che ha fatto definitivamente luce su cosa accadde in quegli anni e su come nacque la cosiddetta “Seconda Repubblica”, eppure – o forse proprio per questo – letteralmente aggredita mediaticamente e da quasi tutto l’arco costituzionale con un’intensa opera di delegittimazione e di rovesciamento della realtà iniziato già nelle prime ore dopo la pronuncia.

Esattamente 365 giorni dopo quella sentenza, un articolo di Repubblica, ripreso da tantissime testate di ogni orientamento politico in un quasi inedito coro bipartisan, ha reso nota una ricostruzione non vera di quanto accaduto in un aeroporto francese all’ex pm e oggi avvocato Antonio Ingroia, che del processo sulla trattativa è stato il ‘padre’. Una ricostruzione così lontana dai fatti che l’articolista ha indicato un aeroporto diverso da quello in cui i fatti veri e reali sono accaduti, così come non corrisponde al vero neanche che il dott. Ingroia stava rientrando in Italia. Eppure ha scatenato dileggio ed è stata anche sbattuta in prima pagina da diversi quotidiani.
Denunciamo pubblicamente quest’aggressione mediatica e l’offensivo coro. Dagli stessi che corrono sempre a giustificare e difendere comportamenti osceni dei propri veri o presunti leader politici. Lor signori sono pronti a difendere chi vien tacciato di prostituzione minorile, chi alimenta il turpe sfruttamento delle tratte delle “schiave del sesso”, chi per vent’anni ha guidato la sanità di una regione a forza di mazzette e corruzione, chi è in affari con persone accusate di essere soci occulti di Messina Denaro. Così come stanno tacendo totalmente sulla scomparsa del pentito Leonardo Messina, sui rischi che vari testimoni di giustizia stanno correndo e di cui accusano apparati di protezione statale. Tacquero persino quando la costruzione del Muos fu oggetto negli anni scorsi di vari “avvertimenti” minacciosi da giornalisti e diplomatici USA contro ogni opposizione, sulla commemorazione di Hitler a Verona da parte di 1000 naziskin.

Così come nulla hanno detto e scritto sui rischi per la sicurezza di Antonio Ingroia, da oltre un anno senza nessuna protezione da parte dello Stato e oggetto di uno “strano furto” in casa, apparso più come avvertimento mafioso che reale furto, sulla sua recente partecipazione ad un convegno internazionale in Repubblica Dominicana, sul suo impegno nel collegio internazionale di difesa dell’ex presidente dell’Ecuador Raffaele Correa e in Italia a fianco delle famiglie di Angelo Vassallo e Attilio Manca e nel processo ‘ndrangheta stragista. E invece tutti pronti, anche in pieno giorno di festa, a fiondarsi su una notizia assolutamente non vera. Noi siamo con il dott. Ingroia e con tutti coloro che sono quotidianamente impegnati per la verità, la giustizia, contro le mafie, le corruzioni e tutto il marcio che infesta questo Paese, contro ogni guerra e militarismo, per la difesa dell’ambiente, la salute e il futuro del Pianeta Terra, la Costituzione e la libertà.

Attivisti Azione Civile
Gruppo “Scorta per Antonio Ingroia”
Redazione Giustizia