Estate 2020, fiorisce Azione Civile. Nati nuovi comitati locali dalla Val Susa alla Sicilia

di Alessio Di Florio

L’attuale stagione estiva è segnata dall’incertezza e dall’emergenza sanitaria, la pandemia da covid19 mostra numeri preoccupanti in tutto il Pianeta e il mese di agosto sta registrando nuovi numerosi focolai e un incremento esponenziale dei contagi in tutta Italia. C’è paura per la ripartenza autunnale, per le cicatrici sul tessuto sociale ed economico di un aumento dell’impoverimento e le drammatiche conseguenze su milioni di attività produttive. La classe dirigente non sempre si è mostrata all’altezza, dal piano pandemico (elaborato a livello nazionale già dopo la Sars e di cui dovrebbero essere dotate anche le Regioni) apparso disatteso, misure di sostegno all’economia segnate da ritardi e inefficienze e una rotta politica interessata più agli interessi di bottega che a quelli del Paese. Tutto sotto la scure europea, tra MES, Recovery Found e le “condizionalità” che incombono sul futuro del nostro Paese. Condizionalità è parola che non esiste nel vocabolario della lingua italiana, diffusasi nel linguaggio giornalistico e politico di questi mesi celando sotto un velo di incomprensibilità e propaganda politica il cuore della questione: i famosi e fumosi “aiuti europei” saranno prestiti – qualunque sia il nome dietro cui vengono nascosti – che imporranno all’Italia la sorveglianza di nuove versioni della “troika” che di fatto decideranno le politiche economiche italiane per decenni. La Grecia, temono in molti non certo a torto, è dietro l’angolo. Nei mesi più bui, mentre l’Unione Europea si è rivelata incerta e non propensa alla tanto sbandierata solidarietà europea, come su Giustizia abbiamo riassunto il 24 maggio scorso (http://www.lagiustizia.info/italia-e-alla-fine-arrivera-il-giorno-in-cui-il-nuovo-cappio-lavranno-mes/ ).
Mentre accadeva tutto questo, ai piani alti dei palazzi del potere le leve del comando cadevano sempre nelle solite mani, dai commissariamenti per l’emergenza – di cui ci siamo occupati su Giustizia (http://www.lagiustizia.info/nuovo-incarico-per-un-protagonista-del-commissariamento-emergenza-rifiuti-campana-nel-mese-dellanniversario-di-roberto-mancini/ ) il 2 maggio – alla riconferma di Descalzi alla guida dell’ENI. «Mentre gli italiani vivono l’angoscia di un’emergenza epocale, torna a prevalere l’autoconservazione della casta – ha riassunto il quadro Azione Civile lo scorso 22 aprile – andrà tutto bene viene ripetuto in queste settimane, ma potrà accadere solo se ci sarà una totale inversione di rotta. Invece, dai palazzi del potere giungono ben altri segnali». «Sconcerta la riconferma, in particolare ma non solo, di De Scalzi alla guida dell’Eni nonostante le imputazioni di corruzione internazionale ed altro – l’attacco del movimento politico – Siamo fedeli alla Costituzione ed al sacrosanto principio di presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva, ma esistono ragioni di opportunità che vanno ben oltre e che, ancora una volta, non sono state minimamente considerate. E’ il potere per il potere, la totale mancanza di vergogna e la pretesa di irresponsabilità che da troppi decenni vediamo nelle classi dirigenti tutte. I bei principi sembrano solo sbandierati perché alla fine pesano gli interessi particolari, le scuderie, le cordate e le spartizioni di potere». Davanti a questo tutt’altro che edificante quadro Azione Civile ha ribadito che non ci si deve «mai turare il naso e sporcare le mani. Andrà tutto bene solo se nascerà una politica diversa, indipendente dalle consorterie di palazzo e capace di ripartire dalla Costituzione e dalla Giustizia. E’ quello che gran parte della base del M5S ha sognato per anni. Ed è un anelito profondo che sentiamo crescere da tutta la cittadinanza nauseata dai soliti giochi di potere e da una politica sempre più autoreferenziale e lontana dal Paese reale. Sappiamo bene cosa sta accadendo in queste settimane e i rischi del futuro politico assediato da una destra becera e pericolosa. Ma bisogna saper guardare avanti ed oltre, verso un’autentica ricostruzione del Paese su basi nuove, coinvolgendo la società civile che non si arrende, la parte più sana del Paese che continua a credere nei principi costituzionali, e perciò combatte mafie e corruzione».
Diventa sempre più necessario e vitale per la democrazia e l’avvenire dell’Italia, quindi, «costruire insieme a questa parte migliore del Paese quello che  noi definiamo il Terzo Polo, Civico, Costituzionale e Popolare, alternativo ai blocchi del potere partitico dominante. Costituisce in prospettiva l’unica vera possibile alternativa alla vecchia politica. Un’alternativa che va costruita a partire da oggi, per la realizzazione di un ampio e vincente fronte popolare e democratico di salvezza, cambiamento e ricostruzione dell’Italia». E questa esigenza vitale di nuova politica, non compromessa da giochi di palazzo, i fatti di queste settimane hanno confermato essere fortemente sentita e condivisa in Italia. Nonostante le incertezze e la sfiducia nella politica nuovi comitati di Azione Civile, impegnati nella costruzione di questo Terzo Polo e attivi nelle lotte territoriali al fianco dei cittadini, stanno sorgendo in varie regioni. L’ultimo in ordine di tempo è stato il comitato cittadino di Marsala, di cui sono referenti e portavoce l’avvocato Peppino Basile e l’architetto Enzo Campisi, attivo già da diverse settimane nel fornire «il proprio contributo di idee e di impegno per il cambiamento della politica anche in vista delle prossime elezioni amministrative di Marsala. In quest’ottica nelle scorse settimane sono stati già portati avanti incontri con cittadini ed esponenti di altri movimenti politici, come il portavoce del Movimento 5 Stelle in Consiglio Comunale Aldo Rodriquez, per costruire dialoghi e luoghi di confronto in vista delle prossime elezioni amministrative». In Sicilia Azione Civile il 30 luglio scorso ha aderito al sit in per la restituzione dell’accesso pubblico al litorale di Carini: «una legittima iniziativa di protesta da parte di un comitato di cittadini impegnato da anni nella battaglia per la restituzione all’accesso pubblico del Litorale di Carini, oggi “vietato” da un cancello di un residence di “vip” che impedisce il libero accesso presso l’area demaniale marittima adiacente al Residence Condominio Marinalonga Bungalow e Ville, nel Comune di Carini. Non si può concepire una simile appropriazione di pubblico demanio e di strada comunale in un Paese civile. I condomini del residence Bungalow e Ville di Marinalonga hanno recintato con muri, ringhiere e filo spinato la fascia costiera oggetto della sopracitata concessione demaniale e rafforzato la guardianìa con personale di vigilanza, impedendo di fatto l’accesso ai non residenti e quindi soprattutto ai Cittadini Carinesi all’area demaniale suindicata che, peraltro, rappresenta uno dei pochi tratti di costa e di mare balneabile nei pressi del Comune di Carini; ad oggi, non sussiste alcun tratto di mare di libero accesso nell’area demaniale marittima, e continuano ad essere persistenti le numerose lamentele, rimaste sempre inascoltate, dei cittadini Carinesi che giustamente pretendono di aver garantito il diritto al transito pedonale».
Il 7 agosto scorso è stato varato un nuovo comitato anche in Molise, regione «segnata dalla malapolitica, dal clientelismo, da una sanità pubblica devastata da tagli, favori ai privati e pessime gestioni, dove sono massicciamente presenti mafie e comitati d’affari», grazie all’impegno di Nicola Lanza. «Attivo politicamente da anni, fin dalla nascita del movimento d’opinione territoriale Laboratorio Progressista da lui fondato unitamente a Piero Ciccotelli, movimento che nel  2013 è stato tra i promotori della lista regionale “Rivoluzione Democratica” (denominazione già promossa nello Statuto di Azione Civile) collocandosi fuori dagli schieramenti tradizionali in occasione delle elezioni regionali – Nicola Lanza nel 2014 ha partecipato insieme ad Azione Civile ed altri soggetti politici alla creazione della lista “L’Altra Europa con Tsipras” che ha portato all’elezione di 3 Europarlamentari e nella prima assemblea nazionale de L’Altra Europa è stato eletto nel comitato nazionale della lista e successivamente nel comitato operativo nazionale – Nel 2015 ha fondato con Laura Cima, Domenico Gattuso, Mario Sommella, Roberta Radich, Dieng Thierry, Ivano Marescotti e altri l’associazione politica “Prima le Persone”. Un impegno politico e sociale che negli ultimi anni “si è realizzato nelle lotte per la Sanità e la Scuola pubblica, per l’accoglienza dei migranti sul modello Riace, per la difesa dei Beni Comuni ad iniziare dall’acqua, per il diritto alla Vita Indipendente delle persone disabili, per difendere l’ambiente ed il paesaggio dalle produzioni inquinanti, dalle devastazioni delle “Grandi Opere” e “Grandi Eventi”, ma soprattutto per attuare la nostra Costituzione».
L’estate di Azione Civile è iniziata con l’adesione di Avernino Di Croce, primo iscritto al movimento durante l’esperienza da sindaco, «comune nel cuore delle battaglie No Tav». Dopo l’esperienza di Rivoluzione Civile «in questi anni abbiamo continuato a condividere con Avernino –è riportato nel comunicato di Azione Civile del 27 giugno – tante lotte e battaglie, ancor di più in quella Val Susa simbolo dell’opposizione alle grandi opere inutili (se non per le cricche e le mafie) devastanti per l’ambiente, il modello economico e politico neoliberista europeo, tradita ripetutamente negli anni dai governi che si sono avvicendati negli anni». A metà luglio Avernino Di Croce, denuncia in un comunicato del 27 luglio Azione Civile esprimendo tutta la propria solidarietà e schierandosi decisamente al suo fianco, è stato «defenestrato dal ruolo di sindaco di Venaus da una manovra politicante di bassa lega. Una sceneggiata degna della peggior “politica” stantia di palazzo e di consorterie, incapace di andare oltre i soliti giochetti e tattiche che frenano ogni perseguimento del bene comune e dell’interesse collettivo». Il sindaco Avernino Di Croce, la denuncia del movimento politico, «ha prodotto atti amministrativi concreti e ha dimostrato di avere la schiena dritta e l’indipendenza di non assecondare i diktat delle segreterie e di un modo di “fare politica” vecchio e ammuffito, sensibile solo alle clientele, agli interessi particolari e alla ricerca perenne di pacchetti di voti. Non è questa la politica alta e altra, che abbia come unica stella polare la Costituzione e guardi al mondo reale, alla società che soffre e alla giustizia sociale. Ancor di più in quella Val Susa da troppi anni ostaggio di cricche e vecchia politica delle grandi opere e del cemento, che ha distrutto questo Paese, l’ha consegnato a mafie e consorterie di ogni tipo e soffoca ogni speranza di futuro. È sempre più necessaria, ancor di più in un Paese piegato dalla crisi sanitaria ed economica, costruire una politica nuova e partecipata per costruire dal basso e in maniera davvero orizzontale».