Campobello di Mazara: alle comunali hanno vinto paura e conservazione ma la rivoluzione del cambiamento non si ferma e continuerà a far sentire forte e alta la sua voce

di Alessio Di Florio

Sono andate in archivio le consultazioni amministrative anche in Sicilia: il 4 e 5 ottobre si sono tenute le elezioni comunali, data scelta dalla regione così come consente lo statuto di regione autonoma, anche a Campobello di Mazara. Comune in provincia di Trapani di poco più di 11.000 abitanti con “secoli di storia, paesaggi di rara bellezza e il parco archeologico delle Cave di Cusa, un sito unico al mondo per le sue peculiarità” – lo presenta il sito istituzionale comunale – accogliente per turisti e visitatori, “a vocazione prevalente agricola che vanta estesi campi coltivati a ulivi secolari a cui si affiancano vitigni, agrumeti e mandorleti”, collegata dalla rete stradale ed autostradale a pochi chilometri dai principali poli turistici e a circa un’ora d’auto dal capoluogo siciliano. Ma anche a due passi da Castelvetrano, il comune di origine del maggior latitante mafioso ancora in circolazione, Matteo Messina Denaro. A Marsala la procura, che ha giurisdizione su Campobello di Mazara, è stata guidata per anni da Paolo Borsellino. Al suo fianco ha iniziato la sua attività da magistrato Antonio Ingroia. L’ex pm antimafia, oggi avvocato, presidente di Azione Civile e direttore di Giustizia, è stato tra i candidati a sindaco a capo della lista “Cambiamo Campobello”, sostenuta dal locale meetup del Movimento 5 Stelle, dal movimento Cento Passi, da Liberi per cambiare e Azione Civile. “Cambiamo Campobello” è stata la seconda lista più votata, dopo quella del sindaco riconfermato, con l’elezione del consigliere uscente in quota Movimento 5 Stelle Tommaso Di Maria, Liliana Catanzaro, Carla Prinzivalli, Isabel Montalbano e Giuseppe Fazzuni. Non è stato eletto il candidato sindaco Ingroia, ha spiegato lui stesso in un’intervista a WordNews.it (https://www.wordnews.it/ingroia-il-bilancio-dopo-il-voto-a-campobello ) «la legge elettorale siciliana prevede che la lista che arriva seconda elegga i consiglieri più votati, il candidato sindaco viene eletto solo se ottiene almeno il 20% e la lista «Cambiamo Campobello» si è fermata poco sotto il 19%». «Un dato a mio giudizio poco rilevante» sottolinea perché «ho accettato di candidarmi per un progetto di cambiamento».
«È prevalsa la paura – ha aggiunto il presidente di Azione Civile – soprattutto, ed è sotto certi versi più allarmante, la paura del cambiamento: resiste una fortissima attitudine a conservare lo status quo. Esprime benissimo il proverbio siciliano «megghiu u’ tintu canusciutu ca u bonu a’ canusciri», è meglio un cattivo conosciuto che un buono da conoscere, questa attitudine gattopardesca del siciliano medio soprattutto in terre dove è forte l’arretratezza culturale e dei diritti. Anche perché fortemente gravata dalla presenza della mafia, ho colto questo senso di forte arretratezza e di forte rifiuto del siciliano di chi non è del territorio. Lo si è visto anche nella campagna elettorale degli altri due candidati sindaco imperniata sul «fuori il forestiero», che sarei stato io, che un po’ ha fatto presa». È stata una campagna elettorale organizzata in poco più di un mese «mentre gli altri candidati ci lavoravano da anni – ha aggiunto Ingroia – a partire soprattutto dal sindaco uscente. Anche portando avanti le scorrettezze che ho denunciato durante la campagna elettorale, utilizzando persino soldi comunali per pubblicare un depliant ufficialmente presentato come un bilancio di fine mandato ma in realtà un opuscolo di tipo elettorale. Riporto questo per restituire il quadro della situazione. Mi è giunta notizia che alcuni cittadini sono stati contattati e redarguiti solo per aver messo un like ad un post dei miei video elettorali su facebook, sono stati controllati uno per uno i like e molti li hanno poi tolti. Quando ho fatto riferimento ad un clima di paura l’ho sulla base di indicazioni specifiche e dopo la mia lettera al prefetto, per chiedere di verificare l’andamento della campagna elettorale e le denunce di possibili condizionamenti sul voto, la Procura di Marsala ha aperto un fascicolo. Ieri sono stato ascoltato per approfondire le denunce fatte». “Cambiamo Campobello” resterà in piedi e continuerà a far sentire la sua voce, a rappresentare un’opposizione forte, combattiva, nel nome della legalità, della lotta alle mafie, del cambiamento e della liberazione di un comune che è – come Antonio Ingroia l’ha definita in una precedente intervista a WordNews.it ((https://www.wordnews.it/antonio-ingroia-il-primo-nemico-e-la-rassegnazione ) «una gemma incastonata nella roccia – una roccia fatta di mafia, corruzione, malapolitica, burocrazia, inettitudine, inadeguatezza, incompetenza». «Che ci siano ancora cittadini che credono nella politica per cambiare le cose, nell’epoca del disincanto, nell’epoca delle clientele, nell’epoca dei patti di scambio, è una risorsa alla quale non si può dire di no» aveva aggiunto sottolineando che «il principale nemico» è «la rassegnazione a che non possa cambiare nulla, la rassegnazione che la mafia è un elemento con cui scendere a patti, la rassegnazione insomma di essere sudditi e non cittadini», «ho accettato di candidarmi a sindaco di Campobello perché c’è una costa incantevole, ma allo stesso tempo in uno stato di abbandono. Occorre potenziare il turismo e restituire la bellezza ai cittadini di Campobello».
Dopo l’annuncio della candidatura di Antonio Ingroia a sindaco si sono scatenati diversi detrattori e alcuni organi di stampa nazionali hanno scritto di una “terza vita politica” dopo le esperienze – considerate da loro fallimentari – di Rivoluzione Civile e Lista del Popolo. «È una sorta di semplificazione giornalistica, spesso anche a fini denigratori su alcuni risultati elettorali negativi omettendo quelli positivi – evidenzia nell’intervista a Wordnews.it Ingroia – Si fa riferimento alla Lista del Popolo, dove peraltro ci siamo presentati in alcuni collegi e quindi da questo punto il risultato non ha valore, e mai alle elezioni europee quando L’Altra Europa con Tsipras (2014), nella quale Azione Civile era tra i promotori, elesse tre rappresentanti al Parlamento Europeo. In quelle elezioni in particolare Azione Civile puntò su Barbara Spinelli. Così come non si fa spesso riferimento al referendum costituzionale (2016), quando Azione Civile fu tra i maggiori promotori del no a quella che definii «contro riforma costituzionale Renzi-Boschi». Anche in quell’occasione abbiamo vinto e Renzi subì una fragorosa sconfitta, promise che avrebbe smesso di fare politica ed invece è rimasto in sella. Cercando addirittura l’anno scorso di rubarci il nome di Azione Civile, movimento politico che nel 2013 realizzò un risultato unico nella storia insieme ad altri soggetti politici: in poco più di un mese raccolse 800.000 voti circa, non entrando in Parlamento solo per colpa di una legge elettorale incostituzionale che permise a partitini che ottennero poco più di 100.000 voti di entrare in Parlamento solo grazie a quella legge elettorale». Gli stessi ambienti detrattori e da sempre ostili ad una persona che da magistrato e da avvocato s’impegna da decenni contro ogni mafia e zona grigia e nera d’Italia che si sono scatenati dopo la notizia dei dati elettorali e la non elezione a sindaco. «Nessun flop e nessuna disfatta, come qualcuno l’ha definita – ribadisce fermamente Ingroia nell’ultima intervista a WordNews.it – Davanti l’aver portato cinque giovani consiglieri ad essere eletti accetto di buon grado anche il costo di beccarmi questi facili insulti e denigrazioni della solita stampa. Certo quando si passa dalle critiche esagerate agli insulti partono le querele». «Se dovessi ragionare in termini politico-elettorali non è un flop ma un successo, viste le condizioni che ho descritto di voto non libero, di campagna elettorale contro di me in cui gli altri candidati si erano sostanzialmente alleati in una conventio ad excludendum, con l’obiettivo che nessuno della lista con candidato sindaco Antonio Ingroia mettesse piede in consiglio comunale ma sono stati sconfitti dall’elezione di ben cinque consiglieri comunali a fronte di uno solo precedentemente».
A chi si ostina, spesso strumentalmente e in malafede, a considerare Rivoluzione Civile una lista elettorale naufragata e consegnata al passato, ignorando completamente le attività di Azione Civile in questi anni, Antonio Ingroia nella prima intervista a WordNews.it ha replicato sottolineando che «Azione Civile in questi anni è stato soprattutto un movimento politico di sollecitazione, di opinione e per la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, impegnato in battaglie importanti rispetto alle quali la partecipazione elettorale – referendaria o politica – costituisce solo l’iceberg di un lavoro sui territori che ha dato e continua a dare risultati e soddisfazioni, portando alla diffusione del movimento su tutto il territorio nazionale. Sicuramente con un forte radicamento in Sicilia». Un’intensa attività di radicamento e impegno nei territori che quest’estate, come abbiamo già documentato nelle scorse settimane, ha portato alla nascita di nuovi comitati locali (http://www.lagiustizia.info/estate-2020-fiorisce-azione-civile-nati-nuovi-comitati-locali-dalla-val-susa-alla-sicilia/ ) come Marsala dove Azione Civile è stata presente alle elezioni comunali sostenendo il candidato sindaco espresso dal locale Movimento 5 Stelle.