Un visionario tra passato e futuro: Nicola Cipolla

di Giusy Clarke Vanadia

Il 30 luglio 2018, ricorreva un anno dalla scomparsa di Nicola Cipolla, detto il Senatore.

Ho avuto l’ immensa fortuna di conoscerlo e godere dell’onore della sua amicizia. Ho avuto l’immensa sfortuna d’ incontrarlo giá vecchio.

Un uomo straordinario per storia personale, cultura, capacitá di analisi dei fenomeni politici globali. Qualsiasi tema trattasse, iniziava da lontano, inquadrandolo in prospettiva planetaria, per arrivare, poi, al punto. Strabiliante la sua capacitá di lavoro. Di elaborare proposte, progetti, iniziative. La sua energia. Il suo entusiasmo. Il suo ottimismo. La sua fiducia nella possibilità di cambiare le cose. Sempre proiettato verso il domani. Non a caso, la sua autobiografia, scritta giá novantenne, s’ intitola “Diario di un socialcomunista siciliano” (tra memoria e futuro).

Lo conobbi nel 2013, ad un’iniziativa su Muos, pace, aereoporti. Rimasi folgorata dalla sua personalitá, autorevolezza e competenza con la quale parlava e conquistava la platea.

Imparai presto che una delle sue instancabili battaglie era la trasformazione di Sigonella in aereoporto di pace. Non solo per ragioni ideologiche, ma economiche, sociali, geografiche. La sua idea era quella di potenziare, da un lato, Fontanarossa, e l’ area circostante, senza stravolgere il territorio, come prevedevano i progetti complicatissimi e costosi del sindaco Bianco, di ampliamento della pista. Dall’ altra dare alla Sicilia un grandissimo aereoporto civile, Sigonella, che potesse facilmente, far atterrare aerei capaci di trasportare fino a oltre 600 passeggeri. Un grande aereoporto, con una posizione strategica, la cui trasformazione, avrebbe determinato, di fatto l’ inutilità del Muos che Nicola chiamava, la “metastasi” di Sigonella.

La sua è stata la vita di un visionario, al pari dei grandi della storia, che ha attraversato quasi un secolo, per il quale nulla era impossibile.

Giovanissimo, milita nel movimento contadino, in Federterra di cui diventa dirigente nel 1947 . È protagonista , insieme a Pio La Torre, delle lotte contadine tra il 1949 ed il 1950 contro il feudo ed i gabelloti mafiosi, nel corleonese. Conosce il carcere. Nel 1944 riapre la Camera del Lavoro a Palermo.

Viene eletto al Senato per tre legislature,1963,1968, 1972. Nel 1972 diventa Europarlamentare.

Nel 1981, su impulso di Pio La Torre, fonda il CEPES, “Centro Studi di Politica Economica in Sicilia”, al quale si dedica con instancabile fervore, promuovendo iniziative, pubblicando preziosissimi opuscoli, finanziandolo con la sua pensione di Senatore e affiancato dall’ instancabile Patrizia. Se l’ impulso iniziale per la sua creazione era stata la lotta alla mafia siciliana e contro i missili Cruise di Comiso, che al prezzo della vita di Pio, portò alla trasformazione di Comiso in aereoporto civile, gli interessi di Nicola si apliano. Diventa uno dei protagonisti dei movimenti per la ripubblicizzazione dell´acqua e dei Beni Comuni ed entra a far parte del Forum siciliano per l´acqua pubblica. L’ interesse per l’ ambiente, le trasformazioni climatiche, l’ utilizzo delle energie rinnovabili, diventano totalizzanti nel suo pensiero, fino a diventare per lui, la chiave di lettura per la soluzione delle maggiori problematiche del pianeta. Significativa, la sua ammirazione, da ateo convinto, per l´enciclica di Papa Francesco “Laudato Si”, il nuovo Cantito francescano delle creature.

Negli ultimi anni la sua preoccupazione per la devastazione ambientale, dovuta al Cambio climatico, diventa quasi ossessiva. Il suo amore per il Pianeta, lo porta a proporre, durante l´assemblea dei soci del 13 aprile 2015, alcune significative modifiche allo Statuto del CEPES, tra cui: aggiungere alla denominazione originaria, oltre a “promosso da Pio La Torre, le parole “Associazione rosso-verde”. Il CEPES metteva, per Statuto, al centro delle ragioni della propria esistenza, una rinnovata difesa dei valori della Costituzione, “una Autonomia basata su un programma di riforme capaci di fare della Sicilia un’area smilitarizzata il cui sviluppo economico sia legato alla promozione in primo luogo di un Piano Energetico Regionale basato sul 100% energie rinnovabili e sulla prospettiva di Zero Rifiuti”.

Durante la sua lunga vita, in tutti i suoi ruoli, ha messo al primo posto il bene comune, la difesa dei deboli, dell`ambiente, i principi costituzionali, la lotta alla mafia. Nulla lo ha fermato, l´avanzare degli anni, le rotture del femore, la sopravvenuta totale sordità che negli ultimi mesi gli ha reso la vita pesantissima. Una mente vigile e lucidissima fino alla fine.

A me resta il rimpianto di non essere riuscita a portare a termine l’ idea di promuovere una sede del CEPES a Catania e di non avere realizzato ancora una mobilitazione per la trasformazione di Sigonella. Con tristezza, devo dire, che negli ultimi anni della sua vita, il suo progetto rivoluzionario è stato snobbato da certa sinistra locale sulla quale pensava di potere contare.

Ma non bisogna arrendersi mai. La sua personalità ed il suo entusiasmo, ci siano da esempio. Ci lascia il peso di un´ereditá immensa da portare avanti. Ne saremo capaci ?