Stragi 1992-1993. C’è ancora molto da scoprire

di Francesco Bertelli

Siamo giunti anche quest’anno all’inizio delle commemorazioni per il 27° anniversario della Strage di Capaci a cui seguiranno 57 giorni dopo quelle per la Strage di Via D’Amelio, senza dimenticarci il 27 e 28 luglio in cui ricorreranno 26 anni dalle bombe di Firenze – Roma e Milano del 1993.

Tutto bello, tutto doveroso, ma le commemorazioni di Stato, una volta all’anno non bastano.

Soprattutto non bastano dopo le sentenze di primo grado di due processi storici le cui motivazioni sono giunte un anno fa: il processo sulla Trattativa Stato-mafia e il Borsellino quater. Due processi distinti ma le cui motivazioni alle sentenze vanno lette insieme, come i gangli di una catena.

Molti infatti sono gli spunti di indagine lasciati aperti e che pretendono di essere affrontati.

Non basta dire semplicemente che Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono stati uccisi da Cosa Nostra , capeggiata da Riina e dai fratelli Graviano, come vendetta alla conferma in Cassazione della sentenza del maxiprocesso avvenuta il 31 gennaio 1992. Ne va dell’onestà intellettuale dei cittadini italiani onesti e informati. E soprattutto Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino, e i loro otto agenti di scorta rimasti uccisi non si meritano un ricordo così riduttivo.

E’ giusto, come sostiene il pm Nino Di Matteo, fare luce su una serie di perchè rimasti ancora senza una risposta dopo 27 anni.

Prendiamo ad esempio la strage di Capaci. In quel 23 maggio tante cose accaddero e alcuni perchè sono ancora lì, in attesa di nuove indagini e nuovi approfondimenti.

Anzitutto perchè all’organizzazione dell’attentato ai danni di Falcone avrebbe dovuto partecipire tra i mafiosi una figura come quella di Pietro Rampulla scelto come artificiere della strage? E perchè Rampulla all’ultimo momento , proprio al momento della strage, chiese un permesso per motivi familiari, secondo quando raccontato negli anni da Brusca?

Inquadrare la figura di Rampulla è un’azione che ci porta a ripercorrere settori statali e parastatali tipici del periodo della strategia della tensione: militante di Ordine nuovo, neonazista dichiarato, mafioso della famiglia di Mistretta, legato a doppio filo a Nitto Santapaola, ma soprattutto in fatto di esplosivi Cosa nostra lo considerava una vera e propria autorità nel settore.

E poi perchè Riina decise all’improvviso di dirottare l’attentato ai danni di Falcone a Palermo quando ormai tutto era pronto per ucciderlo nelle via di Roma, con tanto di plotone di esecuzione già pronto? Perchè si decise di dar vita ad un attentato così sofisticato da fare invidia ai peggiori attentati terroristici della storia d’Europa?

E poi perchè sul luogo della strage venne trovato un numero telefonico appartenente ad una sede dei servizi segreti di Palermo? E quei reperti ritrovati, tra cui guanti in lattice appartenenti ad una donna? Di chi erano? E le tracce ritrovate di DNA femminile a chi appartengono? Forse la famosa “donna” appartenente ai servizi rimasta nell’ombra?

Forse quelle menti raffinatassime di cui parlò Falcone stesso all’indomani del primo attentato sventato nei suoi confronti all’Addaura nel 1989 erano presenti anche a Capaci?

E perchè testimoni sostengono di aver notato presenze strane giorni prima della strage proprio lì a Capaci?

E infine: perchè nell’immediatezza della strage, i diari elettronici di Giovanni Falcone vennero manomessi? Fu solo mafia o c’è stato dell’altro?

E veniamo a Via D’Amelio. Perchè quell’accelerazione così repentina nel far fuori Paolo Borsellino? I giudici della Corta d’Assise di Palermo nelle motivazioni alla sentenza di primo grado nel processo sulla trattativa Stato-mafia, scrivono chiaramente che quella trattativa, quel dialogo intercorso tra vertici del Ros dei Carabinieri e Vito Ciancimino ha portato inevitabilmente ad un’accelerazione nell’organizzare l’attentato ai danni del giudice Borsellino.

E perchè prima che il luogo della strage venisse transennato vi erano presenza appartenenti ai servizi che gironzolavano tra i corpi dilaniati dei poliziotti uccisi e delle carcasse carbonizzate delle auto di scorta? Cosa cercavano?

E perchè l’agenda rossa di Paolo Borsellino venne sottratta in quei pochi minuti successivi all’esplosione? Gli stessi giudici di Palermo hanno concluso le loro motivazioni dando un imput all’attività di indagine che dovrà essere incentrata proprio sui misteri riguardanti la sottrazione dell’agenda rossa in Via D’Amelio.

Che cosa aveva capito Paolo Borsellino sulla strage di Capaci e sui rapporti che stavano avvenendo in quei giorni tra settori dello Stato e Cosa Nostra? Nell’ultimo incontro pubblico a Palermo il 25 giugno 1992 lo disse chiaramente: “Sono testimone..[…] e tutte le conclusioni che mi sono fatto su ciò che ha portato alla fine la vita di Giovanni Falcone devo assemblarle e riportarle all’autorità giudiziaria”. L’autorità giudiziaria era la Procura di Caltanissetta. Perchè in quei 57 giorni dal 23 maggio al 19 luglio Paolo Borsellino non venne mai chiamato?

E la centrale dei servizi di Castel Utveggio sgomberata nei giorni successivi alla strage? E il verbale di servizio mai giunto da poliziotti che erano saliti nella palazzina in costruzione proprio di fronte alla casa della madre di Borsellino?

E perchè Spatuzza ci ha detto che nelle fasi della preparazione dell’esplosivo all’interno della Fiat126, nel garage insieme ai mafiosi c’era anche una persona sconosciuta? Chi era?

E Scarantino? Perchè confezionare la storia del pentito che si autoaccusa della strage, facendogli fare ben 18 anni di carcere senza aver commesso il fatto?

Poi abbiamo le bombe del 1993 che rientrano nella seconda fase della trattativa con litigi sottobanco tra Ministero dell’Interno, Ministero della Giustizia e DAP, proprio sulla linea che lo Stato doveva adottare in merito al 41 bis. Ruotava tutto intorno al regime del carcere duro. Perchè Conso decise nel novembre del 1993 di non rinnovare i decreti del 41 bis a ben 334 mafiosi di grosso calibro?

Perchè Cosa Nostra decise di colpire i beni culturali del Paese? Chi glielo suggerì?

E la donna presente a Firenze in Via dei Georgofili? Ancora misteri.

Perchè Ciampi, all’epoca Presidente del Consiglio, nei suoi diari scriveva di temere l’esistenza di un colpo di Stato a causa di quelle bombe in simultanea tra il 27 e la notte del 28 1993?

Per non parlare dello stop all’attentato allo Stadio Olimpico nel gennaio 1994 quando gli uomini dei Graviano e Matteo Messina Denaro volevano far fuori un centinaio di Carabinieri all’uscita dello stadio. Tutto rimandato. Poi il 26 gennaio Silvio Berlusconi trasmette il suo discorso della “discesa in campo” e il 27 gennaio i fratelli Graviano vengono arrestati. Inizia così la pax mafiosa che conosciamo tutt’oggi. Perchè?

Insomma di perchè ce ne sono tanti e non ci possiamo permettere di accontentarci delle verità processuali fin qui emerse sul piano degli esecutori materiali e quegli eventuali suggerimenti che Cosa Nostra tramite Riina durante le stragi e poi tramite Provenzano ha sfruttato per disfare e promuovere rapporti ai piani alti del potere.

Ricordare Falcone e Borsellino e le altre vittime innocenti è utile, ma il loro lascito merita qualcosa di più.