SENZA IVANO MARESCOTTI CI SENTIAMO PIU’ SOLI

di Antonio Ingroia

La scomparsa di Ivano Marescotti, che abbiamo appreso con profonda
tristezza, ci fa sentire più soli. Ci sentiamo più soli perché abbiamo perso
un grande artista. Un grande attore, anche se Ivano in una recente
intervista aveva rivelato di esserlo diventato quasi per caso. Ma
certamente Marescotti è stato un grande attore del cinema, della TV e
del teatro. Un artista di grandissima versatilità, capace di interpretare
mirabilmente ruoli drammatici, ma anche comici, in grandi film, al fianco
di artisti italiani come Roberto Benigni, o diretto da registi hollywoodiani
del calibro di Ridley Scott, poi con grandi interpretazioni anche a teatro a
cui ha dedicato gli ultimi anni di vita.
Ma non è solo per questo che ci sentiamo più soli, ma anche perché
abbiamo perso un grande cittadino appassionato dei diritti civili e politici.
Direi un “partigiano della Costituzione”. Ce lo siamo trovato a fianco in
tante lotte e battaglie, e me lo sono trovato a fianco da magistrato prima
e poi anche nel mio impegno politico. Era un uomo appassionato e
generoso. Non potrò mai dimenticare la grande generosità con la quale
appoggiò le mie esperienze politiche elettorali, e soprattutto la mia
candidatura con la lista “Rivoluzione Civile” alle elezioni politiche del 2013. C’è un video che custodisco con grande orgoglio nel quale
dichiarò, sfidando il pensiero imperante del tempo, che l’unico voto utile
era quello – così disse – per Antonio Ingroia e Rivoluzione Civile, contro il
sistema e quella finta sinistra contro cui ha combattuto per anni.
Negli anni successivi mantenemmo consonanze di idee e battaglie
politiche, anche con Azione Civile. E fu in quel contesto di rapporti che
nacque anche la sua candidatura per le elezioni europee del 2014 con
“L’Altra Europa con Tsipras” che noi di Azione Civile appoggiamo con
convinzione.
Poi ci incontrammo per un’occasione diversa che tutti vogliono
dimenticare oggi perché post mortem si cercano di cancellare le cose
“scomode”. E perciò tutti fingono di dimenticare l’amarezza che Ivano
provò in occasione di quella campagna elettorale del 2014 per un
trattamento discriminatorio da parte della RAI che Ivano certamente non
meritava. Un brutale ed inaccettabile provvedimento censorio con la
quale la RAI decise di tagliare, in corso di messa in onda, la parte di coprotagonista che Marescotti aveva interpretato in una fiction Rai del
tutto innocua dal punto di vista politico, perché raccontava la storia di
una famiglia toscana nel mondo della viticoltura, che andava in onda
proprio nel periodo della campagna elettorale del 2014. Ebbene, la RAI,
accampando una interpretazione del tutto forzata della legge della c.d.
“par condicio”, gli intimò di rinunciare alla competizione elettorale,
minacciando che altrimenti avrebbe dovuto cancellare la sua parte dalla
fiction. Un palese ricatto al quale Marescotti, da uomo orgoglioso e di
principi, non cedette, col risultato che la RAI, davvero stracciando la
Costituzione e i contratti con Marescotti, dopo le prime puntate della
fiction mandate in onda regolarmente, così come erano state montate, e
quindi col personaggio di Marescotti, improvvisamente decise di
cancellare quel personaggio. E così fece contro la volontà di Marescotti,
sicché nelle puntate successive il personaggio da lui interpretato
scomparve, ogni tanto se ne vedeva un braccio, altre volte se ne
riconosceva la voce fuori campo. Niente più. Una vergogna.
Ivano si amareggiò molto per questa censura della RAI, che era frutto di
un evidente ed ostinato ostracismo politico nei suoi confronti,
palesemente discriminatorio perché si era candidato in una lista “contro”,
e perciò decise a rivolgersi a me come suo avvocato Ed ecco che non
sono stato solo amico e compagno di lotta di Ivano, ma anche il suo
avvocato in una battaglia dura e difficile, che diventò giudiziaria con
un’azione civile perché venisse dichiarato illegittimo il comportamento
della RAI.
Il risultato, però, fu che la magistratura romana non fece un buon
servizio alla Giustizia e alla Costituzione e rigettò il ricorso di Marescotti
dando ragione alla RAI e quella balorda interpretazione della “par
condicio”. Una decisione che ulteriormente amareggiò Ivano, al punto
che decise di non appellare quella sentenza, nonostante le ottime
chance di successo nei gradi successivi di giudizio, perché – mi disse –
vedo che perfino la magistratura mi è ostile, e non mi fido più della tutela
giudiziaria di fronte ad un così evidente abuso. Ma l’amarezza di Ivano si
approfondì ancor di più perché l’ostracismo della RAI nei suoi confronti
per avere “osato” di ricorrere alla magistratura si protrasse ancora per
anni, di fatto emarginando Marescotti da tutte le produzioni RAI degli
anni successivi.
Una vicenda amara da ricordare nel momento in cui tutti accorrono a
piangere il grande artista, ma nessuno allora gli espresse solidarietà e lo
sostenne quando davvero ne aveva bisogno.
Ivano, però, era uomo di grande tempra, non si arrese e si dedicò al
teatro, ed alla fine il suo talento prevalse.
Marescotti non serbò rancore, ma è bene puntare l’indice accusatore nei
confronti di quei burocrati della RAI che gli fecero del male in modo del
tutto gratuito e ingiusto. Mi auguro che costoro abbiano oggi qualche
senso di colpa. Anche Ivano Marescotti venne offeso ed isolato, così
come è accaduto a grandi uomini dello Stato come Giovanni Falcone e
Paolo Borsellino. Anche a questi ultimi è toccato di essere ostacolati in
vita e poi glorificati da tutti post mortem. E va detto perciò che non tutti
hanno il diritto di ricordare e rendere omaggio a uomini come Falcone e
Borsellino dopo averli osteggiati in vita. E lo stesso deve valere per
Ivano Marescotti. Anche perciò ci sentiamo più soli dopo la scomparsa di
Ivano.