Manifestazione No Muos il 31 marzo. E il processo penale va avanti

di Alessio Di Florio

Il prossimo 31 marzo torna in piazza il Movimento No MUOS. Una nuova manifestazione contro il Mobile User Objective System, il sistema di cinque satelliti geostazionari e quattro stazioni terrestri, (una a Niscemi), partirà alle 15 da largo Mascione a Niscemi. E intanto va avanti anche il fronte penale della vicenda. Pochissimi giorni dopo la manifestazione si terrà la prossima udienza del processo penale che vede imputati un dirigente della Regione Sicilia, Giovanni Arnone, e tre imprenditori: il presidente della Gemmo SpA, Mauro Gemmo, e i titolari di due imprese di subappalti Concetta Valenti e Carmelo Puglisi. Un anno di reclusione e 20mila euro di multa per ciascun imputato, la confisca del MUOS e l’abbattimento per ripristinare i luoghi le richieste del pubblico ministero nell’udienza dello scorso 23 febbraio. Il sistema satellitare militare USA, secondo il pm, non doveva essere autorizzato perché nell’area vige l’inedificabilità “assoluta, in un sito di interesse comunitario e senza la prescritta autorizzazione, assunta legittimamente o in difformità da essa e insistono su beni paesaggistici, all’interno della riserva naturale orientata di Niscemi in zona A, di inedificabilità assoluta, in violazione delle prescrizioni del decreto istitutivo e del regolamento inerente”.

Previsto nella base di Sigonella la scelta è successivamente caduta su Niscemi. Sigonella sarebbe stata scartata, rese noto il giornalista e attivista Antonio, per il timore che  le fortissime emissioni elettromagnetiche avrebbero potuto avviare la detonazione degli ordini della base militare. Per questo Sigonella fu scartata, lasciando il posto a Niscemi. Una città di 28 mila abitanti in provincia di Caltanissetta dove sono presenti siti archeologici e un SIC, Sito di Interesse Comunitario, ITA050007. Il SIC di Niscemi è la sughereta più importante della Sicilia, dal 1997 anche Riserva Naturale Regionale.

Il 16 luglio 2013 l’Associazione Antimafie Rita Atria presentò una denuncia alla procura di Caltagirone. Una denuncia partita dopo la pubblicazione di Antonio Mazzeo di una fotografia scattata probabilmente nell’inverno 2009. “Prova inconfutabile” scrisse Antonio di un avanzamento dei lavori precedentemente alle autorizzazioni. La foto era stata pubblicata in “un rapporto ufficiale del Program Executive Office (PMW-146), l’organismo dello Space and Naval Warfare Systems Command (con sede a San Diego, Califonia) che dirige il programma del nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari della US Navy”. Territorio ed Ambiente, Giovanni Arnone, e notificata al Dipartimento di US Navy solo il successivo 28 giugno”.

Nel giugno 2015 Colombia Barrose, console generale degli Stati Uniti a Napoli, in un’intervista afferma che “nella misura in cui gli ostacoli dovessero ancora continuare, ci sarà più attenzione e molto meno pazienza”. I No Muos terrebbero in “ostaggio” (testualmente) un progetto, ovviamente per la console senza alcun problema per la salute (“Sono madre anch’io, mia figlia ha compiuto 15 anni due settimane fa” dichiara al giornalista), che dovrebbe avere “una parte delicatissima per l’immigrazione e per il terrorismo che minaccia Roma e l’Italia”. Dichiarazioni che per l’Associazione Antimafie Rita Atria ricordano “i moniti del Sig. Luttwak e del Field Manual statunitense, ritrovato nella borsa di Licio Gelli, in cui si prospettavano punizioni per quei popoli considerati dagli statunitensi come sudditi poco disciplinati, soggetti ai re clienti scelti dall’impero centrale, previsioni che ben opportunamente molti commentatori e storici autorevoli hanno ricondotto alla esecuzione delle tante stragi rimaste impunite sul nostro territorio”.  “Non riesce tuttavia a negare la Console” attaccò ancora l’Associazione “che alla fin fine di un sistema militare di difesa ma anche di aggressione si tratti quando concludendo l’intervista afferma Parliamo di ladri: un ladro va a rubare in una casa in cui c’è un cane da guardia o in cui non c’è?. Vorremmo che voi poteste ricordare alla signora che nel 1980 la nostra casa era fornita da un ottimo cane da guardia: il tanto decantato sistema di difesa aerea, e che tuttavia è potuto accadere che pur con quella presenza di garanzia di sicurezza sia stato abbattuto un velivolo civile con 81 passeggeri a bordo (ricordata come la strage di Ustica). E che quel cane da guardia ha continuato a scodinzolare fiero del proprio ruolo ma ringhiando al padrone quando gli venisse chiesto conto del suo mancato intervento e del suo possibile coinvolgimento nella strage. Ognuno di noi e di Voi avesse davvero un cane che abbia avuto un simile comportamento lo avrebbe quantomeno allontanato”.

Dal 9 all’11 marzo 2016 si tennero le contestatissime operazioni di verificazione del MUOS. Una precedente verificazione del Prof. D’Amore dell’Università La Sapienza di Roma – scrissero i Comitati –  “aveva evidenziato i gravissimi vizi delle autorizzazioni rilasciate per l’esecuzione del MUOS, che non garantivano né la salute dei cittadini né la salvaguardia dell’ambiente”. Secondo gli attivisti la verificazione del marzo 2016 è inaccettabile per “l’assenza di terzietà e competenza tecnica dei Ministri (che sono organo politico e non tecnico del ministero, cui spetta di far rispettare l’indirizzo politico dell’esecutivo di cui fa parte il Ministero della Difesa, parte in causa)” e “per i quesiti sottoposti ai verificatori che tendono a realizzare una sanatoria delle autorizzazioni i cui vizi sono palesi e inoppugnabilmente accertati dal giudizio di primo grado. Basti pensare che lo studio sul quale si basavano le autorizzazioni non teneva conto delle emissioni delle preesistenti 46 antenne (già spesso superiori ai limiti di legge), sul presupposto erroneo ed immediatamente smentito che sarebbero state dismesse”.

Il MUOStro – leggiamo nell’introduzione di “Un Eco MUOStro a Niscemi scritto da Antonio Mazzeo e pubblicato nel 2012 – incarna le mille contraddizioni della globalizzazione neoliberista. Uccide in nome della pace e dell’ordine sovranazionale. Devasta il clima, l’ambiente, il territorio. Dilapida risorse umane e finanziarie infinite. Rigenera le ingiustizie. Esautora ogni controllo dal basso. Espropria democrazia. Rafforza il blocco di potere transnazionale. Inquina irrimediabilmente la natura e la ragione. Viola il diritto alla salute di intere popolazioni. A partire dalla Sicilia, l’isola destinata ad ospitare uno dei quattro terminali terrestri del nuovo sistema per le guerre stellari”. Il MUOS, scrisse il Coordinamento No Muos nel 2014, s’inserisce in un contesto nel quale “a Gaza, in Siria, in Ucraina e in Libia conflitti stanno martoriando i civili, mostrando chiaramente come intere popolazioni soffrano in maniera drammatica le politiche di guerra dell’occidente, col rischio di continuare a trascinare l’Italia in criminali e costose missioni umanitarie alimentando la spregiudicata e inaccettabile militarizzazione dei nostri territori, delle nostre vite e del Mediterraneo” sempre più “gigantesco cimitero di migranti a causa delle politiche razziste della fortezza Europa”.