Ferdinando Imposimato: ecco chi abbiamo perso

di Enza Galluccio, autrice di testi sulle relazioni tra poteri forti e mondo criminale

È stato giudice istruttore in alcuni tra i più importanti processi legati al terrorismo e allo stragismo degli anni Settanta, ma era andato oltre anche in quelli. Fernando Imposimato non si è mai accontentato delle prime risposte utili. Il suo bisogno di conoscere la verità e la sua lunghissima esperienza nelle aule della giustizia lo hanno sempre spinto a cercare quei pezzi mancanti, là dove pochi osavano addentrarsi.

Primo tra tutti il caso Moro e quel che ancora rimane in piedi di non spiegato, di non detto rispetto alle tante incongruenze relative a quei fatti. Lui ragionava d’insieme, collegava gli eventi con la meticolosità dello storico e dell’uomo di giustizia che non si fida di nessuno, soprattutto di chi è ambiguo nei comportamenti e, in particolare, quando riveste un ruolo politico. Così nasce la sua storia di stragi impunite italiane e nel mondo, con un occhio sempre attento alle influenze di potere d’oltre continente, all’America della Cia e del controllo politico al quale era estremamente refrattario.

Ferdinando Imposimato non si è mai tirato indietro, neanche quando parlare risultava scomodo da tanti punti di vista, primo tra tutti quello della credibilità. Lui osava sempre, sapeva che l’età glielo permetteva, certo, ma è riduttivo ricordarlo così. In realtà quella era la sua natura e lo dimostrava in ogni contesto.

L’ha fatto anche nelle innumerevoli commissioni parlamentari d’inchiesta sul rapimento e sull’omicidio di Aldo Moro, in cui le verità sui depistaggi potrebbero iniziare ad essere un po’ meno “indicibili”, come ha affermato Stefania Limiti in un suo recente articolo [Caso Moro, 40 anni di indagini ed una verità “dicibile”, https://www.teleambiente.it/caso-moro-stefania-limiti/, n.d.r.].

Anche a Palermo, il 19 luglio di quest’anno sul palco di via D’Amelio, l’ex magistrato e Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione era andato giù pesante, lasciando tutti nello sgomento. L’inevitabile domanda “chi ha voluto la morte di Falcone e Borsellino?” per il Presidente onorario non era affatto senza risposta.

Per Imposimato, i due magistrati avevano indirizzato le proprie indagini su un’organizzazione sovversiva mondiale pericolosissima. Quell’organizzazione si chiamava Gladio, Stay-behind. Tutte queste informazioni sarebbero state anche dentro i diari di Falcone fin dal 1990.

Ma non basta ancora, non c’è stato mai un momento in cui questo ex magistrato abbia rinunciato a dire ciò che pensava e, quando gli si chiedeva ragione delle sue affermazioni i suoi occhi brillavano di sfida e la risposta era sempre la stessa: tutto agli atti, tutto nelle carte.

Potrei, per concludere, definirlo così: l’uomo che non ha mai smesso di denunciare le tante trattative occulte che hanno insanguinato le piazze, le vie e i palazzi di questo strano paese che è l’Italia, ecco chi è stato Ferdinando Imposimato, ed è la sua voce che oggi abbiamo smesso di sentire.