Autostrade abruzzesi, forse forse il primo problema non è il traffico

 

di Alessio Di Florio

Il problema è il traffico», si potrebbe ricorrere alle citazioni cinematografiche per quanto accaduto in Abruzzo in questi mesi con l’oscar della parola più diffusa alla parola incubo sulle prime pagine e nelle locandine, nei discorsi più o meno para istituzionali, nelle strade e ovunque. E ancora arrivava il coronavirus. Incubo code, incubo autostrade, incubo smog (anche se dati allarmanti da anni ci sono per esempio su Pescara molto più alti e, a metà gennaio, pare si fosse nettamente al di sotto delle soglie di legge), incubo su incubo. Sindaci pronti a calare su Avellino e a tempestare di lettere e telefonate il gip, unico coro dell’arco costituzionale dalla destra (alla romana s’intende) – arrivata a sostenere che la sicurezza è importante ma anche il gip deve capire – ai pezzi di pane del centrosinistra (si fa per dire ovviamente) arrivati a descrivere scenari post apocalittici, devastanti, manco fosse passato un uragano o ci fosse stato uno tsunami senza mai pronunciare le parole sequestri, procura, gip o simili. Se fosse arrivato in Abruzzo un marziano o un turista da paesi lontani davanti a queste «cronache» poteva solo pensare poveri abruzzesi ostaggio di cattivi che si stanno divertendo alle loro spalle, ostaggi di chissà quali capricci del fato. Riconosciuto anche dall’unica testata giornalistica che sta seguendo le vicende autostradali in maniera documentata ed indipendente (https://www.site.it/toto-i-sindaci-e-la-malafemmina-2-giornaloni-allineati-e-coperti-in-abruzzo/ ) l’unica voce fuori dal coro e che ha ripetutamente denunciato le commistioni finite anche in inchieste della magistratura della “politica” locale e i favori e accondiscendenze è stata Azione Civile. Prese di posizione che ricostruiscono, al di là delle veline e della grande politica addomesticata, quanto è accaduto sia sull’autostrada adriatica che sull’altra grave vicenda che coinvolge l’Abruzzo ovvero quella delle autostrade che coinvolgono il Gran Sasso e collegano con il Lazio http://www.lagiustizia.info/gran-sasso-per-lacqua-a-rischio-dopo-balducci-arriva-un-altro-commissario/. Sulla vicenda adriatica, citando anche il GIP di Avellino (e nella ricostruzione pubblicata da Wordnews che riportiamo qui di seguito la risposta in merito della “fonte vicina ad Autostrade” fa capire perfettamente la reale situazione) Azione Civile ha ribadito che l’unica strada da intraprendere per le istituzioni dovrebbe essere “restituire all’interesse pubblico, il ruolo centrale che merita, basta con (im)prenditori lobbysti, basta indecisioni e trattamenti di favore, vengano immediatamente revocate le concessioni autostradali”, che l’azione della Procura campana ha “tutelato sicurezza e legalità” e le responsabilità non sono certo dei giudici. Sulla vicenda dell’acquifero del Gran Sasso e delle due autostrade che attraversano la montagna (“gestite” dallo stesso concessionario), alla luce anche di quanto la cronaca giudiziaria nazionale aveva reso pubblico, il movimento politico ha evidenziato la “necessità di una profonda riflessione sul rapporto tra partiti, istituzioni, settori economici e grandi (im)prenditori che portano avanti i propri interessi e cercano di avere profitti privati ogni volta che possono” e i comportamenti di favore di certa grande politica regionale: “l’ex presidente della Regione Abruzzo (e prima ancora sindaco di Pescara e presidente della stessa Provincia) senatore Luciano D’Alfonso – l’uomo forte del PD abruzzese – si definì anni fa “damo” dello stesso Toto. E che, già dalla campagna elettorale dell’anno scorso fino alla composizione dell’attuale governo, il nome del senatore di Manoppello è stato accostato dalle solite “voci bene informate” al Ministero delle Infrastrutture. In quanto l’obiettivo sarebbe stato giungere dove decidere così da sbloccare alcune “pratiche”, a partire dal contestato progetto (che pare ormai accantonato) di mega varianti sulla A24 e A25 di Strade dei Parchi”.
LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI CON DICHIARAZIONI DI UNA FONTE VICINA AD AUTOSTRADE PUBBLICATA DA WORDNEWS
https://www.wordnews.it/autostrade-abruzzesi-il-problema-e-il-traffico-probabilmente-non-il-primo
Questo uno dei passaggi fondamentali: In uno dei primi dispositivi del Gip di Avellino viene scritto addirittura il sequestro è «l’unica soluzione al momento concretamente praticabile per evitare il protrarsi di una condizione di insicurezza nella circolazione stradale idonea a cagionare, anche sull’A14, un evento disastroso di proporzioni analoghe a quello verificatosi in data 28.7.2013 lungo il viadotto Acqualonga dell’Autostrada A16 in seguito al quale alcun efficace dispositivo di controllo è stato predisposto da Autostrade per tutelare l’incolumità degli utenti della strada nemmeno dopo il precedente decreto di sequestro preventivo del 30.4.2019». La fonte ha precisato che il «nuovo corso aziendale» ha optato per le sostituzioni, anche per superare questa «fase di stallo».
La ricostruzione si chiude con il riferimento ad un viadotto all’altezza di Vasto a cui si riferisce la foto di quest’articolo dove “lo stato attuale non sembra destare alcuna preoccupazione nell’amministrazione comunale che non ha previsto ulteriori interventi, ma – come abbiamo potuto personalmente vedere – la strada mostra un abbassamento visibile ad occhio nudo. Autostrade per l’Italia, dopo un incendio di una discarica abusiva, ha aperto un imponente cantiere di consolidamento di tutti i piloni presenti“. Una vicenda che su Giustizia avevamo già approfondito e ricostruito nei dettagli quasi un anno fa, in questi dieci mesi Autostrade ha chiuso il cantiere e completato i lavori che abbiamo documentato, http://www.lagiustizia.info/autostrade-dabruzzo-il-viadotto-tra-fusti-tossici-rifiuti-di-ogni-tipo-e-una-strada-che-cede/ .