LETTERA APERTA A GIOVANNI FALCONE

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa coraggiosa e ideale “Lettera aperta a Giovanni Falcone” di Salvatore Malluzzo, Consigliere Comunale di Palma di Montechiaro, paese siciliano della provincia di Agrigento.

 

di Salvatore Malluzzo

Palma di Montechiaro, li 23 Maggio 2020
Al Dott. Giovanni Falcone
Ufficio istruzione della sezione penale – Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo. 
Salve Dott. Falcone,
Nello scriverle questa lettera, mi piace pensare che la leggerà, che le mie parole le arriveranno nel suo studio sito proprio in paradiso; mi piace immaginarla con il suo sorriso sornione, contagioso e con la sua – inimitabile – compostezza, professionalità, serietà ed educazione. È con particolare emozione che mi rivolgo a Lei e lo faccio con quella “timidezza” ed accortezza di chi è consapevole di avere come suo interlocutore un – mi lasci passare il termine – “gigante”, un Uomo con la “U” maiuscola che non si è mai sottratto al suo dovere compiendolo fino in fondo e sino all’ultimo giorno della sua vita terrena.
Io e lei, non ci siamo mai conosciuti, non ci siamo mai visti: quando personaggi inqualificabili l’hanno strappato da questa vita insieme a sua moglie, la Dott.ssa Francesca Morvillo, e gli agenti di scorta appartenenti alla Polizia di Stato, che lei definiva come suoi “angeli”, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, il 23 Maggio del 1992, non ero ancora nato. Ho 25 anni! Il rimorso che mi porto dentro, infatti, è quello di non aver avuto il piacere e l’onore di incrociarla. Mi “consola”, però, la possibilità di scoprirla, di studiarla mediante i tanti libri che sono stati redatti sulla sua persona, i tanti documentari che sono stati registrati su quei periodi – notevolmente ed obiettivamente difficili e bui – e verso i quali ha dimostrato una grande fermezza ed uno straordinario coraggio! È motivo di orgoglio, Dott. Falcone, studiare ed approfondire tutti quegli strumenti investigativi che ha “donato” grazie alla sua eccellentissima preparazione, lungimiranza e che, personalmente, definisco “vitali” per la lotta contro chi tenta di “assediare” il concetto di società civile, contro la criminalità organizzata, le mafie. Da ciò avrà compreso che chi le scrive è uno studente di Giurisprudenza proprio in quella che fu la sua stessa università, quella palermitana.
La passione per il diritto è stata, anche, incrementata dalla sua figura, dalle sue parole: ciò che mi spinse ad entrare in Giurisprudenza – non l’ho mai detto a nessuno – è stata l’immagine della macchina appartenente alla sua squadra,  la “Quarto Savona Quindici”, distrutta, compressa come se fosse una “scatoletta di tonno” usata, schiacciata e buttata. Inaccettabile tutto ciò! Mi sono detto: «voglio studiare il diritto per poterlo, un giorno, utilizzare come strumento atto a fronteggiare chi mette in discussione il principio di legalità, quel diritto che deve essere – però –  pronto ed all’altezza di difendere i più deboli, oltre a bloccare un pericoloso ritorno al passato!». Eccomi qua, Dott. Falcone, prossimo alla laurea! Ci sarebbero molteplici fatti su cui vorrei soffermarmi, discutere ed affrontare, su cui confrontarmi. Vorrei tanto dei suoi consigli ed esplicitarle le mie paure, le mie ansie e le mie preoccupazioni. Sono sicuro che mi capirebbe in quanto Siciliano, come me! Oggi però, a distanza di 28 anni da quel vile attentato di Capaci, “dall’attentatuni” (così come è stato declinato in termini dispregiativi, alla stregua di un “trofeo”, da certi personaggi piccoli), mi pongo tante domande alle quali non riesco – mi creda – a dare delle risposte (lo faccio da molti anni ormai), certo è, Dott. Falcone, che quelle “menti raffinatissime” di cui parlava non hanno smesso di operare, così come quelle pericolose alleanze di natura pattizia non si sono affatto “sgonfiate” ma si sono irrobustite notevolmente e radicate nei vari territori, infiltrandosi finanche nei ranghi più disparati delle pubbliche amministrazioni. Nulla di nuovo sotto il sole! (mentre le scrivo quest’ultima frase sorrido amaramente). Esiste ancora oggi, una schiera molto vasta dei “maestri dell’antimafia”, quelli che gridano – quasi a voler sembrare credibili – «onestà!» ma a senso unico, quelli che trasudano di un’ipocrisia tale da far venire il voltastomaco; quelli che utilizzano in maniera quasi trasbordante il termine “legalità” abusandone; uno stato tendenzialmente oscillante, che isola – lasciandoli morire gradualmente – chi prova a fare il suo dovere e che si mostra, ancora oggi, silente e “latitante” sulla trattativa stato-mafia, su quel “patto sporco”. Sarebbe auspicabile ed opportuno che si facessero “respirare” una volta per tutte gli scaffali degli archivi di stato, noi cittadini (quelli che hanno “sete” di giustizia, sia chiaro) – così come lei – meritiamo di sapere la verità, quella senza ricostruzioni fantascientifiche! E tante altre cose ancora. Stiamo precipitando in basso! Credo, Dott. Falcone, che manchi il coraggio di compiere certe scelte di campo, quelle fatte a viso aperto e che ci si rifugi dietro ad un perbenismo che illude le genti; che si navighi in maniera stordita (volontariamente) piuttosto che aggrapparsi a quello “scoglio” fatto di principi e valori inalienabili. Parrebbe come se ci fosse la prassi invalsa delle azioni dolose mirate esclusivamente a spianare la strada verso l’involuzione del sistema: d’altronde, e lei lo sa meglio di me, una società che non cresce culturalmente e che è “assuefatta” alla rassegnazione e alla sopraffazione, è più facile da orientare, da gestire! Ed è questo quello che dolosamente si vuole, appunto!
Dott. Falcone, non mi lascio prendere da quell’entusiasmante idea di un “cambiamento in atto” né tanto meno da falsi rivoluzionari che provano a forgiare le menti; preferisco analizzare ciò che mi circonda con criticità, razionalità, e con amarezza noto una stasi totale. Ci vogliono più persone libere, autonome, coraggiose, consapevoli e meno soggetti dipendenti da certe culture: ci vogliono più “Giovanni Falcone”. Il che risulta abbastanza difficile! Credo, però, che esistano residui di quella onestà che va “annaffiata” ogni giorno per evitare che si affievolisca. Quando si finirà di trattare gli onesti come degli stupidi e i disonesti come persone a cui tenere “rispetto”, allora, forse, sarà troppo tardi e lo dico perché quella frase che lei pronunciò e che mi colpì molto «in questo paese per essere credibili bisogna necessariamente essere isolati o ammazzati» risulta essere tutt’ora piena di attualità, eccome!…
Vorrei, Dott. Falcone, che i miei coetanei oggi capissero e comprendessero la particolarità del momento, capissero di essere “i testimoni viventi” di quella parte di storia che, seppur drammatica, non va dimenticata affinché ciò che è accaduto non accada più! Lei ci ha lasciato “il testimone” e non possiamo ritrarci, ma afferrarlo per poi passarlo a chi verrà dopo di noi, come se fosse una catena umana. Altrimenti, che ricordiamo a fare?! Commemorazioni di facciata o di chi – solo oggi – si cosparge il capo di cenere così come di “maddalene pentite” non se ne necessitano, la società ha bisogno di altro: il fallimento o meno – bisogna rammentarlo – dipende da noi e dalle nostre azioni!…
Mai più sopraffazioni, mai più morti del “senso del dovere”! Nessuno può avere il diritto di sottrarre, ledere e calpestare il bene unico della vita e della libertà, nessuno! Sono sicuro che darà “forza” a questo mio appello.
Vorrei, un domani, assistere al cambiamento, percepire e vedere una società più giusta, meritocratica, sentire “il fresco profumo” della libertà e della legalità che inebria le vie delle città tale da risvegliare le coscienze. Spero di arrivarci nel pieno delle mie forze e capacità: sarebbe, per me, bellissimo!
Prima di congedarmi da Lei, le dico con la mano sul petto GRAZIE per essersi sacrificato per la mia persona, per ognuno di noi e ci scusi se non l’abbiamo saputo apprezzare.
Una promessa gliela faccio: la sua morte – per quanto mi riguarda – non sarà vana né accantonata nel cassetto, sarà oggetto di reviviscenza continua e di difesa pedissequa. Lotterò sempre per i miei ideali, valori e principi non disertando, mai!
Le trasmetto i miei più deferenti saluti pensando che nello stringerle – idealmente – la mano, Lei, mi sorriderebbe così, in maniera spensierata, proprio come in questa foto! Arrivederci, Dott. Falcone!
«Ad Maiora Semper!»
Con ammirazione e stima immensa.
Salvatore Malluzzo