Abruzzo, impianto che lavora con Esercito e Nato, 8 mesi fa l’esplosione che uccise 3 operai

di Alessio Di Florio

Morti sul lavoro, una piaga italiana che non si è frenata neanche nel 2020. Nonostante il lockdown, l’interruzione di moltissime attività economiche e una ripartenza spesso parziale i dati sono rimasti drammatici. E dietro ogni numero ci sono persone strappate alla vita o segnate per tutta la vita, tragedie e anche responsabilità e colpe di datori di lavoro così interessati al profitto da mettere a rischio la vita dei lavoratori. Sfruttati, malpagati, costretti troppe volte a lavorare in condizione disumane, soprattutto in settori dove l’illegalità e le mafie spadroneggiano.

Una delle ultime tragedie del 2020 è avvenuta in Abruzzo il 21 dicembre: a Casalbordino un’esplosione ha ucciso 3 operai in uno stabilimento di materiali esplosivi che lavora anche con l’Esercito italiano e la NATO di proprietà della Esplodenti Sabino. Nei giorni successivi la Prefettura sospese la licenza alla società e fu disposto il sequestro dell’area. In quelle drammatiche ore i rappresentanti della società definirono inspiegabile quanto accaduto, i tre operai «stavano movimentando artifizi, contenenti sostanze e miscele esplosive leggere, quando c’è stato lo scoppio – le parole del titolare consegnate alla stampa locale. Inspiegabile. Non riusciamo a capire cosa è successo. Non era in atto alcuna lavorazione. Stavano solo facendo degli spostamenti».  In questi mesi varie volte la Esplodenti Sabino ha chiesto il dissequestro anche solo parziale dello stabilimento così da poter ripartire almeno in parte. A metà giugno il gip del tribunale di Vasto Pasquale ha autorizzato la messa in sicurezza e il recupero ambientale dell’area dello stabilimento. Successivamente è arrivato anche il via libera della Commissione tecnica regionale mentre gli operai della Esplodenti Sabino hanno portato avanti i lavori di recupero ambientale. La proprietà ha chiesto le autorizzazioni amministrative per la ripresa delle attività, il 27 luglio è stato giorno di speranza e attesa in quanto stabilita la visita della commissione che dovrà valutare in merito. Nonostante sia passato oltre un mese ad oggi non abbiamo ancora notizie pubbliche sulle valutazioni di questa commissione.  

«Situazione drammatica», la descrizione che il procuratore di Vasto Giampiero Di Florio consegnò alla stampa dopo i primi sopralluoghi nelle ore successive all’esplosione. Il 21 dicembre 2020 fu evacuata immediatamente un’area di diversi chilometri compreso il vicino distributore di benzina, bloccato il transito fino al giorno successivo sulla Statale 16 e sulla linea ferroviaria, per ore anche i soccorritori non sono potuti intervenire sul posto perché l’area era ancora fortemente a rischio. Dopo la terribile esplosione all’interno dello stabilimento c’era stato un vero e proprio appello dei dipendenti, così da verificare le presenze temendo altri coinvolti. I corpi dei tre operai erano stati recuperati dopo oltre 24 ore dall’esplosione, ben sei ore sono state necessarie per le autopsie. L’area è stata sequestrata per una «minuziosa ricognizione» da parte di artificieri e vigili del fuoco. Dopo l’esplosione del 21 dicembre la Procura di Vasto ha aperto un fascicolo ipotizzando possibili contestazioni di reato per «omicidio colposo, crollo di costruzione o altri disastri colposi», l’indagine si sta interessando delle posizioni del titolare dell’azienda, di due dirigenti e della stessa società.  

Tra le lavorazioni della «Esplodenti Sabino» ci sono anche la distruzione e dello smaltimento di munizioni ed esplosivi e di demilitarizzazione di bombe di aereo, sistemi d’arma, razzi e mine navali. Lavorazioni che, come ha sottolineato la società nelle ore successive all’esplosione e hanno riportato in grande evidenza vari organi di stampa, relative soprattutto alla gestione della sicurezza. L’ultima certificazione ricevuta interessa il sistema di gestione per la qualità riconosciuto conforme ai requisiti stabiliti nella pubblicazione Nato Aqap 110, rilasciato dal ministero della Difesa – direzione generale degli armamenti terrestri. La Aqap 100 è la certificazione di conformità ai requisiti sulla qualità rilasciato per lo sviluppo, la costruzione e la produzione, sistema di gestione per i subfornitori dell’industria bellica rilasciato dalla NSA, la Nato Standardization Agency.